Una delle prime cose che si imparano sul Regime Forfettario è una frase quasi magica: “non si applica l’IVA”. Ma cosa significa esattamente? Perché l’IVA regime forfettario funziona in modo diverso da quello ordinario? E, soprattutto, quali sono le conseguenze pratiche per te e per i tuoi clienti? (Sono delle ottime conseguenze 😉 in maggior parte).
Questa non è solo una regola burocratica, ma un elemento che definisce la tua competitività sul mercato e il modo in cui gestisci i prezzi. Molti ne conoscono solo i vantaggi, ma è fondamentale capire anche il rovescio della medaglia. In questo articolo vedremo perché i forfettari non addebitano l’IVA, cosa comporta per i tuoi acquisti e come comunicarlo correttamente in fattura.
Perché i forfettari non applicano l’IVA?
La ragione è molto semplice. Il Regime Forfettario è un regime fiscale agevolato. Per semplificare la vita del contribuente, lo Stato ha deciso di esonerarlo dagli obblighi principali legati all’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA). Di conseguenza, quando emetti una fattura:
- Non devi aggiungere l’IVA al tuo compenso.
- Non devi fare le liquidazioni periodiche (mensili o trimestrali).
- Non devi presentare la dichiarazione annuale IVA. Questa enorme semplificazione è uno dei vantaggi principali che spinge molti a scegliere questo regime, come abbiamo visto nella nostra guida: Vantaggi e svantaggi regime forfettario.
Il vantaggio: più competitivo per alcuni clienti
Non applicare l’IVA ti rende più competitivo, specialmente se i tuoi clienti sono privati o altri forfettari. Esempio pratico:
- Un consulente in regime ordinario, per guadagnare 1.000 €, dovrà emettere una fattura di 1.220 € (1.000 € + 220 € di IVA).
- Tu, per lo stesso guadagno, emetterai una fattura di 1.000 €. Per un cliente privato che non può “scaricare” l’IVA, il tuo servizio costa di fatto il 22% in meno. Questo è un vantaggio enorme, fin qui direi è ovvio.
Se il tuo cliente è un’altra azienda in regime ordinario (non un privato), questo vantaggio si annulla. L’azienda cliente, infatti, potrebbe “scaricare” l’IVA e quindi per lei il costo del tuo servizio sarebbe comunque di 1.000€. Anzi, alcuni potrebbero preferire lavorare con chi è in regime ordinario proprio per poter detrarre l’IVA sugli acquisti. È un dettaglio importante da considerare quando definisci il tuo target di clientela. Il vero vantaggio competitivo del forfettario si manifesta al 100% quando ti rivolgi a clienti privati o ad altri forfettari.
Lo svantaggio: l’IVA sugli acquisti diventa un costo
Ecco l’altra faccia della medaglia. Così come non incassi l’IVA, non puoi detrarre l’IVA che paghi sui tuoi acquisti per l’attività. Se compri un computer per 1.220 € (di cui 220 € di IVA), per te l’intero importo è un costo puro. Un professionista in regime ordinario, invece, potrebbe “recuperare” quei 220 € di IVA. Questo è uno dei motivi per cui il forfettario è meno conveniente per attività con costi di acquisto molto elevati.
Come indicarlo correttamente in fattura
Per giustificare l’assenza dell’IVA, è obbligatorio inserire in fattura una dicitura specifica. La frase completa e a prova di errore, che si basa sulla Legge n. 190/2014, è:
“Operazione effettuata in regime forfettario ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 e successive modifiche.” Per tutti i dettagli sulla compilazione, consulta la nostra guida: La fattura elettronica nel regime forfettario.
In conclusione: doppio meccanismo IVA REGIME FORFETTARIO
La gestione (o meglio, l’assenza di gestione) dell’IVA nel regime forfettario è uno degli elementi più importanti di questo sistema. Comprendere il doppio meccanismo – non applicarla in vendita ma non poterla detrarre in acquisto – è fondamentale per valutare la reale convenienza del regime per la tua attività e per fissare i prezzi in modo consapevole.
Nota: Le informazioni qui presentate sono a scopo puramente informativo e non sostituiscono la consulenza di un professionista qualificato come un commercialista.